mercoledì 30 aprile 2008

Paradossi del Primo Maggio: Coop aperte e musei chiusi


Musei chiusi a Firenze. Ipercoop aperti in Piemonte. La festa del 1° maggio unisce i lavoratori di quasi tutto il mondo da fine '800 ma nell'Italia di oggi rischia di dividerli: da una parte quelli che festeggiano, dall'altra chi deve fare i conti con la concorrenza e assecondare le esigenze della clientela. Poco importa se i primi garantiscono un servizio pubblico mentre i secondi operano sul libero mercato. Anzi, è proprio qui la differenza.
Che una capitale del turismo come Firenze domani tenga chiuso il portone degli Uffizi rappresenta l'altra faccia della medaglia rispetto alla decisione di alcune catene distributive di restare aperte. Per la Coop, ad esempio, nata e cresciuta nell'alveo della cultura della sinistra italiana, si tratta di una svolta radicale, tenuto conto del significato simbolico della celebrazione del 1° maggio che trae origine dalle lotte sindacali americane, anche se fu introdotta per la prima volta nel 1894 in Canada e nel 1889 in Europa, dove venne ufficializzata come festività dai delegati della seconda Internazionale socialista a Parigi.Per il mondo cooperativo aderente alla Lega c'è dunque una rottura marcata e meditata rispetto al passato. Il confronto con il mercato è ormai diretto e ineluttabile, e soprattutto ispira le decisioni più importanti. Si apre perché aprono gli altri concorrenti e perché la crisi dei consumi morde tutti gli operatori. L'obiettivo aziendale è dunque in cima all'agenda, quello ideologico resta su un piano diverso. Eppure la Coop è nata 150 anni fa proprio per contrapporsi all'impresa commerciale capitalistica.
Va aggiunto che nel mondo cooperativo la Borsa da molti anni ormai non più è un tabù, tutt'altro. La governance duale continua a farsi strada come riconoscimento indiretto che gli obiettivi "politici" dell'iniziativa cooperativa sono ormai su un piano nettamente diverso rispetto alla pratica aziendale quotidiana. In Europa è avanzato anche il confronto sulla legittimità di aiuti a gruppi cooperativi che consolidano le posizioni su scala nazionale e internazionale.Di fallimenti rovinosi ve ne sono stati, di iniziative azzardate e poco trasparenti pure. E con questi il sistema cooperativo ha fatto i conti, spesso, in modo frettoloso e approssimativo. La commistione con i movimenti politici è stata deflagrante in diversi casi. Sotto questo profilo, l'abbandono del tabù del lavoro il 1° maggio costituisce una sorta di spartiacque, rispetto al vecchio approccio ideologico. Forse, sarebbe il caso che anche nel campo pubblico si cominciasse a cambiare mentalità, immaginando di prestare più un servizio che non di gestire un'attività autoreferenziale.Per sgombrare il terreno da equivoci, è bene dire che chi scrive domani non lavorerà, proprio come i dipendenti degli Uffizi, perché tradizionalmente i giornali non escono il 2 maggio. Ma se fosse necessario nessun giornalista si tirerebbe indietro e comunque l'informazione sarà garantita da tv, radio e online. Mentre nessuno aprirà le porte dei musei alle migliaia di turisti che affollano Firenze. Ai quali non resterà che aspettare venerdì, e mettersi in coda.

Fonte: Ilsole24ore.com

martedì 29 aprile 2008

Strani “compagni di viaggio"


Un’altra butta tegola si abbatte sull’area commerciale dell’Ipercoop di Lastra a Signa.
Dopo la chiusura preventiva del cantiere avvenuta a Marzo (link) con la collocazione dei sigilli da parte dei Carabinieri di Scandicci, oggi la Polizia Municipale di Lastra a Signa ha affisso un’ordinanza del Comune che impone a Stefan di restare chiuso nei giorni 29 e 30 Aprile.
Il motivo?Reiterata violazione del divieto di chiusura domenicale e festivo”. Più precisamente questa sanzione sembra avvenuta a seguito di un ricorso di Stefan presentato al TAR e rigettato dallo stesso tribunale amministrativo.
Parliamo al condizionale perché un altro fatto grave è andato a sommarsi alla reiterata violazione commessa da Stefan. Qualcuno infatti avrebbe sostituito l’ordinanza affissa dalla Polizia Municipale con un cartello (quello della foto) recante la seguente scritta: “AVVISIAMO LA CLIENTELA CHE I GIORNI 29 E 30 APRILE IL NEGOZIO RESTERA’ CHIUSO PER LUTTO”. L’intento è chiaro: mascherare la reale causa della chiusura facendo appello alla sensibilità della clientela che di fronte ad un fatto luttuoso non può far altro che eprimere solidarietà ed essere “vicina” a Stefan in questo triste momento.
Di triste invece rimane la condizione di chi lavora in quel negozio e che il 25 APRILE è dovuto recarsi a lavoro perché la proprietà ha deciso di aprire l’attività in violazione delle più elementari normative commerciali.
A nostro avviso chi deve fare chiarezza in merito non è solo Stefan, ma anche Unicoop Firenze che ha scelto come uno dei suoi preferiti partners proprio la società Stefan. Quanti sono infatti questi negozi presenti all’interno di “centri commerciali” di proprietà di Unicoop Firenze? Tanti. Oltre a Lastra a Signa, Sesto Fiorentino, Empoli, Signa, Prato, ecc…
I soldi guadagnati il 25 Aprile da Stefan andranno ad alimentare il bilancio 2008 della Coop sotto forma di spese per affitto di fondo commerciale.
Gran bel business!

lunedì 28 aprile 2008

Chi è cooperativo e chi no

Con la nuova organizzazione di governo della Cooperativa ci domandiamo se aumenteranno le differenze fra i valori dichiarati e la prassi quotidiana oppure se il Consiglio di Sorveglianza svilupperà strategie importanti volte alla riduzione di tali differenze.
Ma quali sono oggi i valori della nostra Cooperativa?
I tre paragrafi che seguono sono integralmente ripresi dal sito ufficiale di Unicoop Firenze.

1. CHI SIAMO:Unicoop Firenze è una cooperativa di consumatori, con oltre un milione di soci, che opera nella distribuzione dei beni di largo consumo basandosi sui valori della cooperazione: mutualità, solidarietà, progresso economico – sociale.

2. La nostra missione: difendere la salute e il reddito di soci e consumatori offrendo loro prodotti e servizi alle migliori condizioni di mercato. Essere attenti all’ambiente e rafforzare il legame con il territorio per favorire la crescita dell’economia e dell’occupazione.

3. I nostri valori: La proprietà è dei soci che si uniscono non per finalità di lucro, ma per promuovere gli ideali cooperativi, la socialità, la solidarietà. Il lavoro è uno degli elementi fondamentali della nostra organizzazione. Lavoriamo per assicurare pari opportunità, condizioni di lavoro eque, rispetto della dignità personale, valorizzazione delle capacità e crescita professionale interna.

Molti di noi dopo anni di lavoro in quest’azienda hanno maturato la convinzione che a prescindere dai ruoli, le persone che lavorano in Unicoop Firenze si possono dividere in due grandi categorie: chi E’ cooperativo e chi NO.

Chi mette in pratica comportamenti personali od organizzativi che si rifanno direttamente ai principi cooperativi (vedi sopra) e chi li ignora per vari motivi.
Si è diffusa sempre di più la convinzione di far parte di una organizzazione ( la COOP ) che non sviluppa a pieno i valori che dichiara di voler perseguire.
Tale convinzione si esplicita con una frase che sempre più spesso si sente pronunciare "ormai siamo diventati come il privato, anzi….."
Sappiamo bene che vi è uno scarto praticamente incolmabile fra i valori dichiarati e la prassi quotidiana, ma è proprio la consapevolezza di ciò che dovrebbe generare nuovi stimoli e azioni fortemente motivate volte alla riduzione di questo scarto.

La Coop è ancora "diversa" dalle altre imprese della grande distribuzione, è diversa ed è vista come diversa perchè è riuscita a far stare insieme i valori fondanti della cooperazione, (mutualità, solidarietà, progresso economico e sociale), con gli interessi dei soci e dei consumatori.
Per fare in modo che questa diversità non svanisca insieme alle persone ed ai lavoratori che l’hanno costruita ha bisogno di essere nutrita da politiche delle risorse umane che lavorino per una cultura aziendale coerente rispetto ai valori dichiarati.
Ma se la selezione per le carriere interne premia i "non cooperativi" , cioè coloro che in barba al rispetto della dignità delle persone ed in "competizione" interna con i possibili concorrenti alla promozione di ruolo ignorano i nostri valori, di fatto creando una differenza fra ciò che si dice e la pratica della realtà.
I "cooperativi" non si devono rassegnare e trasformarsi in "competitori" ; la competizione è vitale verso la concorrenza quando è il gruppo che la mette in pratica, ed è positiva anche fra colleghi a patto che si rispettino a pieno i nostri valori.

"Il lavoro è uno degli elementi fondamentali della nostra organizzazione. Lavoriamo per assicurare pari opportunità, condizioni di lavoro eque, rispetto della dignità personale, valorizzazione delle capacità e crescita professionale interna."
Per la Coop è importante fare in modo che ogni lavoratore, a qualsiasi livello di responsabilità, abbia ben chiaro come debba lavorare, quali siano le opzioni che ha a disposizione, quale sia lo scopo del suo agire e quale la funzione e gli interessi dell' intero sistema. Così forse si potrebbero ridurre gli atteggiamenti superficiali e irresponsabili di colleghi che "fanno solamente ciò a cui sono tenuti ".
Naturalmente tutto ciò è possibile in un quadro di relazioni sindacali che vede le rappresentanze dei lavoratori assumere un ruolo attivo nella gestione e nella progettazione dell'organizzazione del lavoro un ruolo fondamentale per il coinvolgimento e la partecipazione dei lavoratori in quella che si vorrebbe una moderna impresa con dei forti connotati di democrazia interna.

Chi è "Cooperativo", ovunque operi (sindacato / coop) a prescindere dal ruolo che ricopre, deve con orgoglio rivendicare le proprie convinzioni, l’efficacia e la coerenza dei propri comportamenti con lo spirito e le idealità che hanno caratterizzato il movimento cooperativo.
La spinta che si è avuta negli ultimi anni verso un’organizzazione che divide come delle camere stagne i vari settori, finalizzata alla razionalizzazione delle risorse ed all’ aumento del rendimento ha in alcuni casi, dopo un primo periodo di efficacia, prodotto il risultato paradossale che la riduzione di costi e/o l’aumento di efficienza in una data "cellula" dell’organizzazione ha causato lievi aumenti di costi e/o diminuzione di efficienza in altre cellule che però non sono stati rilevati per via della mancanza di strumenti di analisi.
Per esempio il raggiungimento degli obiettivi della singola cellula, può causare ricadute negative che non erano state prese in considerazione nella fase della definizione degli obbiettivi. Il paradosso è che comunque chi ha raggiunto il suo obbiettivo viene premiato mentre i collaboratori che l’hanno coadiuvato si sono visti diminuire il salario variabile a fronte di un maggiore impegno. Se questo avviene non è "cooperativo".

I soci, i consumatori i lavoratori della Coop hanno bisogno che si diffonda ad ogni livello e senza distorsioni di comodo una cultura aziendale basata su questi tre fattori: VALORI, EFFICIENZA ORGANIZZATIVA e BILANCIO ECONOMICO.
I "Valori" per concretizzarsi in un'attività sottoposta alle regole del mercato devono tradursi in comportamenti e strategie che mantengano un equilibrio fra i fattori che caratterizzano l'impresa cooperativa in modo che non si interrompa il ciclo VALORI - EFFICIENZA ORGANIZZATIVA - BILANCIO ECONOMICO - VALORI.

I "Valori" non sono mai una appendice e cui si può eventualmente rinunciare, ma diventano un fattore fondamentale ed irrinunciabile in quanto parte essenziale del significato dell'esistenza della Coop. ( vedi punto 3 )
Lo sviluppo di una strategia estesa e continua volta alla valorizzazione della persona e delle professionalità con il conseguente investimento di risorse sul capitale umano è fondamentale ( soprattutto in prospettiva dell’ aumento dell’età pensionabile) per l’ efficienza organizzativa che a sua volta incide sul buon andamento del bilancio economico.
Tale strategia mette in pratica gli ideali dei valori Cooperativi che sono presenti anche nella Costituzione della Repubblica Italiana.
Le scelte strategico - organizzative devono portare efficienza, raziocinio e risparmio, allo stesso tempo devono tendere a valorizzare la risorsa "Uomo".
La valorizzazione della Persona è il punto d’incontro fra i valori fondanti del movimento sindacale e i valori fondanti del movimento cooperativo.

Simone Quercioli

sabato 26 aprile 2008

"Il virus della verità", dal blog di Beppe Grillo

Ieri 25 Aprile 2008, si è tenuto il secondo V-Day in nome della vera libertà d'informazione. E' stato UN SUCCESSO!

Leggi il post di Grillo su questo Blog o su quello di origine, la battaglia è la stessa!

Ieri a Torino eravamo in 120.000. Chi era presente lo sa e anche chi può informarsi in Rete. C'erano tutte le televisioni più importanti del mondo, dalla BBC a Al Jazeera. Loro racconteranno al mondo cosa sta succedendo in Italia. Loro descriveranno il fascismo dell'informazione.
Hanno partecipato al V2 day almeno due milioni di persone. Le file ai banchetti erano lunghe il doppio dell'otto settembre. I primi dati delle firme raccolte sono di 450.000 firme. Nella storia repubblicana non è mai successo. Nessuno, nessuno è riuscito a raccogliere un numero simile di firme autenticate in un solo giorno. Non cercate l'informazione nei giornali o nelle televisioni, cercatela in Rete.
Non esistono giornalisti buoni o giornalisti cattivi. Esiste un'informazione di regime o la verità.
Voi siete giornalisti. Voi siete Beppe Grillo. Pubblicate le foto e i video di questo bellissimo 25 aprile in Rete, sui vostri blog, su Youtube.
Grazie, Grazie, Grazie. Siete stati fantastici.
Loro non molleranno mai, noi neppure.
Per un nuovo Rinascimento.

Segue una parte dell' intervento di Grillo in Piazza San Carlo a Torino. Leggi.

mercoledì 16 aprile 2008

Tassinari: «La Coop rifocalizza il core business»

Innovazione e nuova governance: il presidente del gruppo cooperativo illustra la strategia per i prossimi anni.

«Siamo fortemente impegnati a costruire le basi per la Coop dei prossimi venti anni: per questo, stiamo rifocalizzando il nostro core business ed elaborando un nuovo modello di governance che ci permetterà di essere forti anche nel prossimo futuro» . Con queste parole, le prime dopo un periodo dedicato soprattutto a costruire questi progetti, Vincenzo Tassinari, presidente di Coop Italia, esprime a chiare lettere la volontà di Coop di trovare nuovi modelli organizzativi, «strategie e approcci più aderenti ai mutamenti del mercato, in linea con il ruolo moderno dei retailer evoluti e rilanciando la nostra identità di cooperatori», precisa Tassinari.

Cosa significa ripensare il modello di governance?
Significa rivedere e rendere più agile il processo decisionale che coinvolge i soci, in modo da permettere alle singole cooperative di capire meglio le istanze del territorio e al sistema nazionale di dare risposte più veloci e tempestive, attraverso l'offerta di iniziative che tutelino il potere d'acquisto dei consumatori, oltre a fornire un servizio a maggiore valore aggiunto. Lo diciamo chiaramente nella nuova campagna pubblicitaria: “Insieme si può”, che rilancia mission e valori, oltre a dare concretezza ai contenuti.

In questa fase di rifocalizzazione del business, come vi state muovendo per rivitalizzare gli ipermercati, il 41% del vostro fatturato, già oggetto di svariati test lo scorso anno?
La crisi dell'ipermercato dipende da diversi fattori, tra cui anche un consumatore non più targettizzabile, che, in uno stesso pdv, presenta comportamenti diversificati, con carrelli a mosaico. Noi ne abbiamo individuati 5, che vanno dal forte presidio della convenienza, soprattutto nei consumi basici, all'emergere di categorie a maggiore valore aggiunto, che registrano crescite a due cifre e nelle quali i consumatori sono disposti a spendere, come il benessere, l'etnico, l'igiene e bellezza, i piatti pronti per citare alcuni esempi. Queste scelte sono alla base del primo cambiamento da realizzare: la riformulazione dell'offerta in chiave più moderna e coerente con le esigenze dei consumatori.

Lavorare sulla convenienza vuol dire creare spazi discount negli ipermercati e ampliare i primi prezzi?
La convenienza è un concetto che trova proprio nel riposizionamento della nostra strategia un focus ancora più puntuale a livello di innovazione dei prodotti -penso al latte in polvere per i neonati e a quello fresco Alta Qualità lanciato recentemente- ma anche di costi dei nostri processi operativi e format distributivi.

Si riferisce alla sperimentazione dell'ipermercato low cost?
Anche. Il concetto di ipermercato “lower cost” è riferito alla modalità di gestione, non vuol dire trasferire il discount nell'ipermrkt: significa adottare soluzioni organizzative che puntano a ridurre i costi, a cominciare da quello del personale grazie a un'organizzazione più mirata sul pdv. Ma una gestione low cost passa strategicamente anche per un nuovo rapporto con l'IDM, problema emergente al Sud.

Il riferimento al Sud conferma la strategicità di questo territorio per il vostro sviluppo.
Certo: lo dimostrano le recenti aperture in Sicilia, dove prevediamo di aprire 7 Ipercoop. Al contrario di altri competitor che, di fronte a un mercato difficile, preferiscono vendere, noi, pur soffrendo, vogliamo trovare soluzioni che ci permettano di migliorare le performance, nella consapevolezza che l'ipermercato rimane una formula adeguata soprattutto in queste aree che crescono con maggiore fatica e che avrebbero bisogno di più gdo.

Sta dicendo che al Sud adotterete una politica commerciale più aggressiva?
Dico che vogliamo garantire convenienza secondo i nostri valori. Oggi, questo non è possibile perché alcuni medi e piccoli distributori hanno condizioni più favorevoli, che permettono loro di proporre prezzi più competitivi dei nostri e di altri leader della gdo. Se la massa critica conta, qualcosa non funziona.

Il rapporto con l'IDM rimane contraddistinto da un elevato grado di conflittualità...
L'IDM, anche se con sfumature diverse, ha un atteggiamento non sempre lineare, che spazia da chi considera la gdo un partner importante con cui collaborare per ampliare il proprio business a chi pretenderebbe di imporre per legge norme vincolanti nelle relazioni commerciali. Noi stiamo lavorando a un nuovo modello negoziale, che comporterà, a breve, una riduzione della filiera e garantirà all'IDM, a partire dal Sud, la presenza di un unico interlocutore forte.

Potendo, cosa butterebbe via dell'ipermercato?
In realtà niente. Per natura e cultura preferisco trovare soluzioni ai problemi; l'ipermercato avrebbe bisogno di più offerta per aumentare l'attrattività.

Nemmeno il non food, comparto in difficoltà negli ipermercati?
Stiamo investendo sulla supply chain: a Prato sta per diventare operativo un cedi innovativo che ha richiesto un investimento di 80 mio e; inoltre, stiamo sviluppando il global sourcing attraverso Intercoop, la nostra centrale d'acquisto di Honk Kong, che diventerà sempre più strategica per l'accesso a mercati globali, secondo i valori di Coop. Infine, stiamo migliorando le gamme di Pl, dando un carattere di maggiore distintività, oggi ancora non in linea con i valori che esprimiamo nel food.

Nel tessile abbigliamento, noto buco nero dell'ipermercato, cosa pensate di fare?
Stiamo sperimentando una partnership con Olympias, primario operatore italiano che migliorerà moda, innovazione ed ambientazione nei nostri ipermercati, creando, così, una sinergia tutta italiana.

Parliamo di Coop Voce e Coop Salute. Quali i risultati ottenuti fino a oggi?
Coop Voce ha registrato sinora circa 180.000 attivazioni con due profili tariffari, numeri in linea con le previsioni, che dimostrano la potenzialità del mercato con un effetto di calmieramento nelle tariffe. Con i 70 corner di Coop Salute, abbiamo ormai raggiunto il break even e, auspicando miglioramenti legislativi, pensiamo allo sviluppo in superstore e super.

A che punto è il progetto dell'aspirina a marchio?
Sarà disponibile a breve con il nome della molecola di base, prodotta in Italia da un'azienda nazionale, a un prezzo competitivo, in linea con analoghi prodotti di altri paesi europei. Superando il lungo e complesso iter burocratico, è un'azione di consumerismo vero, un “prodotto bandiera”, che indica una strada reale per dare convenienza al consumatore.

E per luce, gas e carburanti?
Non ci interessano iniziative spot: vogliamo realizzare progetti imprenditoriali forti e strutturati. Stiamo lavorando.

Sul vostro futuro, però, pesa l'esposto depositato un anno fa da Federdistribuzione presso la Comunità europea. Cosa vi aspettate?
Attendiamo con serenità la decisione della Commissione europea e quella conseguente del Governo italiano che, qualunque esso sia, auspichiamo difenda le leggi del Parlamento. Da parte nostra, siamo consapevoli di avere fatto il nostro dovere come imprenditori cooperativi. Nel '77, quando è uscita la prima legge fiscale sulla cooperazione, eravamo il terzo operatore con un fatturato di 535 mld di lire e 9.000 dipendenti. Oggi siamo una realtà leader da 12,1 mld e, 6,5 milioni di soci e 56.000 dipendenti. Questo è la dimostrazione di avere rispettato il patto con lo Stato. Forse non tutto il sistema imprenditoriale si è comportato allo stesso modo.

Per chiudere, che messaggio vorrebbe dare alla gdo italiana?
Essere più convinti e consapevoli del ruolo che possiamo svolgere per il miglioramento del nostro paese. Farlo con più creatività e fantasia, con una propria identità distintiva.

Marina Basi, Cristina Lazzati - GDOWEEK

giovedì 10 aprile 2008

Giornalino: numero dedicato a Giuseppe Zummo


E' uscito il numero 9 del giornalino "Il dito nell'occhio", numero dedicato a Giuseppe Zummo.

Scarica la tua copia gratuita cliccando sul link seguente


oppure vai all'interno dell'area download.

In questo numero puoi trovare:

"UTILE 2007 IN UNICOOP FIRENZE"
"COS'E' UN BLOG"
"PERCHE' ABBIAMO SCIOPERATO"
"LA VERSIONE AZIENDALE"
"SAN PRECARIO...LA PRIMA APPARIZIONE"

sabato 5 aprile 2008

Ciao Beppe!

E' con grande dolore che questa mattina ci troviamo a rivolgere un ultimo saluto a Beppe!
Questa notte un incidente stradale se lo è portato via.

Collega, amico e sindacalista di alto profilo (noi tutti eravamo rappresentati da lui nell' Esecutivo e nel Coordinamento di Canale) Beppe è stato per tutti noi un importante punto di riferimento.

Un affettuoso saluto a te, caro Beppe, da parte della RSU Uffici e dei colleghi delle Sedi, chiedendoti di aiutarci ancora ogni qual volta ci troveremo a lottare nelle nostre legittime rivendicazioni... Ciao Beppe!

martedì 1 aprile 2008

Unicoop Firenze: cantiere sotto sequestro!

SOTTO SEQUESTRO IL CANTIERE PRESSO L'IPERCOOP DI LSTRA A SIGNA.

Il cantiere per la nascita di una nuova ala dedicata al settore non alimentare presso l'Ipercoop di Lastra a Signa è stato sottoposto a sequestro preventivo da parte dell'Arma dei Carabinieri.
I lavori erano partiti da alcune settimane sul lato del centro commerciale che si affaccia sulla rotonda di via livornese. Con grande velocità gli operai del Consorzio Etruria avevano posato le colonne in cemento e le pareti laterali della nascente struttura. Ma qualcosa deve essere andato storto, tanto che giovedi scorso, abbiamo trovato all'ingresso del cantiere i sigilli posti dai Carabinieri di Scandicci.
Per approfondimenti visita il sito dei lavoratori dell'Ipercoop dell'area fiorentina.

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