venerdì 28 settembre 2007

Protocollo Welfare: ascoltiamo anche le ragioni del no


LE RAGIONI DEL NO AL PROTOCOLLO DEL 23 LUGLIO

Chi sostiene il no ritiene che il Protocollo "calpesti" il programma dell'Unione e la stessa piattaforma delle Organizzazioni Sindacali e che la scelta di mettere al centro dell'accordo la dimensione delle compatibilità economiche a dispetto di quelle sociali, renda inaccettabili anche quegli aspetti che potrebbero apparire di primo acchito condivisibili.
Inoltre i vincoli finanziari posti alla manovra sono in profonda contraddizione con il fatto che il Fondo lavoratori dipendenti è da tempo in attivo (ma di questo nessuno osa parlare!).
Infine l'apprezzamento al Protocollo espresso dal presidente di Legacoop Giuliano Poletti mentre Epifani accettava con riserva la posizione espressa dal governo, lascia facilmente intendere quale sia la parte verso cui pende l’accordo.

Certo esistono anche aspetti positivi (pur considerando che il risultato più importante ottenuto riguarda le pensioni in essere) quali: incremento delle pensioni basse, miglioramento del sistema di rivalutazione delle pensioni dal 90% al 100% della variazione dei prezzi dell’indice Istat, norme sulla totalizzazione dei contributi previdenziali, il riscatto della laurea, primi interventi nel sistema degli ammortizzatori, come l’indennità di disoccupazione.

Ma vediamo concretamente quali sono le ragioni del no.

CAPITOLO PREVIDENZA

Con il Protocollo si ottiene solo un falso superamento del tanto osteggiato "scalone" Maroni. Viene infatti introdotto un sistema di scalini e di false quote (definite da un’età minima crescente) che lascia immutato il risultato finale

Il vincolo finanziario impone un limite al numero annuo di persone che possono beneficiare dei vantaggi per chi svolge lavori usuranti, rischiando così di "tagliare fuori" molti lavoratori già "usurati"

Il 60% di pensione dell'ultima retribuzione non è garantito: la revisione dei coefficienti di trasformazione viene rimandata ad una specifica Commissione e comunque rimane condizionata al vincolo dell’equilibrio finanziario

Non si dice ancora niente sulla razionalizzazione degli enti previdenziali, ma si lascia l'operazione nelle mani del Governo

Non è ancora chiara la soluzione alla commistione tra previdenza e assistenza


CAPITOLO MERCATO DEL LAVORO

Si mantiene sostanzialmente inalterata la struttura della Legge 30:
-la norma anti-ripetitività del contratto a termine è del tutto insufficiente. È inaccettabile l’introduzione del principio conciliativo per i contratti che si perpetuano oltre i 36 mesi
-rimane assente l’individuazione di precise causali per il tempo determinato
-non vengono abrogati lo staff-leasing e lavoro a chiamata, ma si rimanda la loro disciplina ad un successivo tavolo

appalti: una norma di incerta interpretazione esimerebbe la responsabilità in solido del committente nel caso gli adempimenti relativi all’opere o al servizio siano stati correttamente eseguiti


CAPITOLO COMPETITIVITA’

Si incentiva il lavoro straordinario con la detassazione degli oneri contributivi

La detassazione del salario aziendale totalmente variabile indebolisce la contrattazione collettiva e, in particolare, il contratto nazionale (al riguardo occorre ricordare che la contrattazione di secondo livello specialmente nelle piccole e medie imprese non sappiano neppure cosa sia!)

E adesso, ascoltate anche le ragioni del no, invitiamo tutt/e le/i colleghe/i ad una massiccia partecipazione sia alle assemblee che alle relative votazioni, invitandovi ad una attenta riflessione sulla materia.

Di seguito elenchiamo alcune delle fonti da cui sono state prese le motivazioni per il no all’accordo:
http://rsufficiunicoop.blogspot.com/search/label/Protocollo Welfare
http://www.rassegna.it/2007/speciali/articoli/welfare/prima.htm
http://www.rassegna.it/2007/affarisociali/articoli/documento2.doc
http://www.rassegna.it/2007/affarisociali/articoli/protocollo_treves.htm
http://www.rassegna.it/2007/speciali/articoli/welfare/documenti/fiom11907.rtf
http://www.rassegna.it/2007/affarisociali/articoli/protocollo2.pdf

Documenti raccolti da RSU Uffici

Conad capofila del "progetto del mese" Eu_Pay


Eu-Pay, il circuito di pagamento integrato che consente di effettuare transazioni fra i diversi paesi europei anche da dispositivi mobili e via web e che, per l'Italia, è stato adottato per la prima volta dal Comune di Prato e dai supermercati Conad, è stato riconosciuto come 'progetto del mese' nell'ambito di eTen (Trans european telecommunication networks), programma di innovazione tecnologica dell'Ue.
Conad è stata la prima azienda italiana della grande distribuzione organizzata a fornire ai suoi clienti servizi di pagamento di bollette e utenze domestiche alle casse nei suoi supermercati e punti vendita di Pisa e di Prato. Inoltre, sempre in Italia, Eu-pay - che consente anche il pagamento di tasse comunali e scolastiche presso i supermercati - ha avuto come capofila il Comune di Prato, che ne ha curato l' implementazione in stretta collaborazione con Conad del Tirreno.
"Siamo orgogliosi che il nostro progetto sia stato scelto da eTen come testimonianza di innovazione tecnologica all'interno della gdo italiana - ha commentato Ugo Baldi - ad di Conad del Tirreno - Grazie a Eu-Pay abbiamo offerto ai nostri clienti tutti i vantaggi di un circuito di pagamento facilmente accessibile e veloce. Estendendo i pagamenti delle tasse comunali e delle bollette alle casse di tutti i nostri 11 punti vendita di Prato e Pisa abbiamo realizzato, dallo scorso mese di maggio, più di 1.000 transazioni per un controvalore di 120.000 di euro".

ansa in collaborazione con intoscana.it

giovedì 27 settembre 2007

CCNL - Rotta la trattativa

Nel comunicato che vi riportiamo in questo post si parla di una rottura "strumentale" della trattativa da parte di Confcommercio, al fine di "attaccare" governo e sindacati sul protocollo del 23 Luglio.
Sinceramente non avevamo mai sentito esternazioni negative di Confcommercio sul Protocollo del Welfare e ci sembra strano che vengano fatte solamente adesso, alla vigilia delle Assemblee e delle consultazioni tra i Lavoratori proprio riguardo al Protocollo.
Stai a vedere che leggendo tali affermazioni molti Lavoratori magari cambiano proprio adesso la loro opinione sull'accordo...
26 settembre 2007


CONTRATTO TERZIARIO, DISTRIBUZIONE COMMERCIALE, SERVIZI: CONFCOMMERCIO ROMPE IN MANIERA STRUMENTALE LA TRATTATIVA, I SINDACATI DICHIARANO SCIOPERO


Comunicato delle segreterie nazionali Filcams Fisascat Uiltucs


Con un comunicato pieno di falsità, la Confcommercio ha rotto ieri pomeriggio, a Roma, la trattativa per il rinnovo del CCNL del Terziario, della Distribuzione e dei Servizi, scaduto il 31 dicembre 2006 e che interessa quasi 2 milioni di lavoratori.
Le trattative sono iniziate, nei fatti, a metà marzo di quest’anno.
Fin da subito è apparso chiaro l’atteggiamento dilatorio e strumentale della Confcommercio che, con argomentazioni pretestuose, si è rifiutata di entrare nel merito delle richieste della piattaforma presentata dalle organizzazioni sindacali e ha posto come pregiudiziale una discussione sugli avvisi comuni (che molto probabilmente avrebbe voluto che il sindacato accettasse a scatola chiusa) da presentare al governo sul tema del mercato del lavoro.
La faticosa mediazione raggiunta dopo due incontri nel mese di aprile è stata quella di discutere sia degli avvisi comuni, sia delle richieste della nostra piattaforma. Richieste che prevedevano, tra l’altro, tra i punti più qualificanti un aumento salariale di 78 euro al 4° livello, miglioramenti normativi per il part-time, i contratti a termine e l’apprendistato, attraverso una riduzione della precarietà e una maggiore stabilizzazione dei rapporti di lavoro, nonché un miglioramento dell’assistenza sanitaria integrativa e un rilancio delle relazioni sindacali, della bilateralità.
Il confronto sugli avvisi comuni in materia di apprendistato, contratti a termine e contratti di inserimento su cui ci eravamo lasciati a luglio, aveva prodotto un testo già quasi definito, anche se con alcune nostre precisazioni di merito.
Se l’avviso comune sul mercato del lavoro non ha visto la luce la responsabilità ricade tutta su Confcommercio che, a un certo punto, ha ritenuto di toglierlo dal tavolo negoziale, magari per “buttarla in politica” e avere poi più libertà per attaccare strumentalmente il governo e CGIL, CISL e UIL sul Protocollo del 23 luglio 2007.
Nella riunione del 13 settembre, dopo una decina di incontri in sede di commissione ristretta, Confcommercio ha affermato che la nostra piattaforma era troppo onerosa e che prevedeva un incremento del costo del lavoro del 9% e che senza “concrete contropartite” il negoziato non poteva andare avanti, che non era praticabile “una linea di confronto tradizionale” e che si rendeva necessario un incremento di produttività e un diverso concetto di flessibilità organizzativa.
Le segreterie nazionali, nel contestare queste affermazioni, hanno precisato che non esiste un rinnovo contrattuale a “costo zero” e hanno chiesto a Confcommercio di chiarire cosa intendessero per produttività, flessibilità e costi. Stiamo però ancora aspettando una risposta.
Nell’incontro di ieri Confcommercio, così come si era impegnata a fare, avrebbe dovuto illustrarci, punto per punto, i “costi economici” e le proprie idee in materia di produttività, flessibilità, ma, con un voltafaccia dell’ultima ora, contravvenendo ad ogni regola di trattativa e venendo meno anche ad un'etica dei rapporti sindacali “si è data alla fuga”, mandando all’incontro una propria “delegazione tecnica” che si è limitata a leggere il comunicato poi dato alla stampa.
Prendiamo atto che Confcommercio ha paura del confronto di merito sui problemi, semplicemente perché non ha argomenti seri e quindi accusa le organizzazioni sindacali di “rigidità” e di “mancanza di flessibilità” che invece è tutta interna alla sua delegazione trattante.
Le segreterie nazionale di Filcams, Fisascat e Uiltucs, intendono dare una risposta adeguata ad un atteggiamento lesivo della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori del Terziario, della Distribuzione e dei Servizi per ottenere un rinnovo contrattuale che recuperi il potere d’acquisto delle retribuzioni e che crei le condizioni per un futuro meno incerto per le giovani generazioni, per le donne e per gli uomini del nostro Paese.
Per questi motivi le segreterie nazionali dichiarano una giornata nazionale di sciopero (intero turno di lavoro) quale risposta all’arroganza di Confcommercio per SABATO 17 novembre (per chi lavora su sei giorni) e VENERDI’ 16 NOVEMBRE (per chi lavora sui cinque giorni) . Ulteriori iniziative e modalità, saranno definite nella riunione nazionale della delegazione trattante prevista per l’8 ottobre a Roma ».

martedì 25 settembre 2007

Convocazione Assemblea sul Protocollo del Welfare

Come avrete appreso dagli organi di "informazione", il 23 Luglio u.s. è stato raggiunto un accordo tra governo e parti sociali su argomenti importanti quali pensioni, lavoro e competitività, conosciuto come "Protocollo del Welfare".
Successivamente (ma la cosa non era così scontata) CGIl CISL e UIL hanno deciso di svolgere unitariamente (sostenendo cioè una posizione comune) assemblee in ogni luogo di lavoro e successive votazioni che coinvolgessero lavoratori, precari e pensionati, affinché questi si esprimessero a favore o contro l’accordo.
L’ultima votazione di questo tipo è stata quella del ’95, quando 4 milioni di lavoratori furono chiamati ad esprimersi riguardo alla Riforma Dini sulle pensioni.
Oggi siamo chiamati noi a dare il nostro giudizio al Protocollo.
Lunedì 1^ Ottobre si svolgerà dalle ore 10 alle 11:30 un’Assemblea informativa sulla riforma, alla quale interverrà un funzionario della CGIL.
Le votazioni si svolgeranno invece dall’8 al 10 di Ottobre con modalità che verranno successivamente spiegate.
Questo avviso è accompagnato da altri due documenti (reperibili nelle bacheche e sul Blog) che vi invitiamo calorosamente a leggere, al fine di permettere a ciascuno di noi di formarsi liberamente un’opinione:
le ragioni del si (ragioni che non hanno molto bisogno di essere pubblicizzate visto e considerato il loro monopolio mediatico),
e le ragioni del no… una merce un po’ rara, piccolo esempio di controinformazione all'interno dell’attuale bieco panorama informativo.
Grazie per il tempo che dedicherete alla lettura.


P.S. Le ragioni del si e del no verranno pubblicate nel prossimo post

domenica 23 settembre 2007

Indagine Altroconsumo. A Esselunga il primato della convenienza


Nelle città dove ci sono sia Esselunga che Coop, i prezzi sono più convenienti che nel resto d'Italia. Lo dice Altroconsumo che nei giorni scorsi ha pubblicato la mappa della convenienza dei supermercati italiani. Dove è più combattuta battaglia tra i due marchi, ci sono i prezzi migliori. A Pisa e a Firenze per esempio. Qui da anni la concorrenza tra i due ipermercati ha determinato, secondo i risultati dell'ultima indagine, un livello di prezzi del 20% inferiore rispetto alla media nazionale. Esemplare è poi il caso di La Spezia. Dall'inchiesta di Altroconsumo risulta infatti come l'ingresso di Esselunga come competitor di Coop sia stato di beneficio per i consumatori. L'anno scorso all'Ipercoop (il punto vendita meno caro) si spendeva l'8% in meno della media nazionale. Quest'anno, nel nuovo Esselunga, i cittadini di La Spezia arrivano risparmiare quasi il 20% in più rispetto al resto d'Italia. E la concorrenza ha fatto migliorare anche performance dell'Ipercoop: il risparmio è salito dall'8 al 14%. Dall'eccessiva concentrazione invece, i consumatori hanno tutto da perdere. Genova, dove c'è un unico ipermercato, è una delle città in cui il livello di prezzi è più elevato. Nel punto vendita più economico si spende il 27% in più rispetto a quello di Pisa. E dai dati raccolti, l'associazione ha stilato la classifica dei supermercati più convenienti. Sul podio c'è Esselunga mentre Ipercoop si piazza al quarto posto.
Fonte: Il Sole 24 Ore
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giovedì 20 settembre 2007

Welfare, refendum lavoratori dall' 8 al 10 Ottobre


Si terrà tra l'8 e il 10 ottobre il referendum tra lavoratori e pensionati, a voto segreto, sul Protocollo welfare. Lo hanno confermato gli esecutivi unitari di Cgil, Cisl e Uil, stabilendo anche che le assemblee e le consultazioni si terranno dal 17 settembre al 6 ottobre. I risultati definitivi si avrannno il 12 ottobre.


Nei prossimi post forniremo le motivazioni a favore del si e quelle al favore del no per consentire ai lavoratori di arrivare preparati alle assemblee e relativa consultazione.

mercoledì 19 settembre 2007

La gestione della nostra cooperativa (parte seconda)

La gestione della nostra cooperativa (parte seconda)

In Unicoop Firenze -a nostro avviso- le minacce ad una governance corretta sono attualmente abbastanza evidenti e provengono tutte dalle dinamiche interne. Nel sottolinearle useremo alcune definizioni usate da Parnell link per evitare di essere imprecisi:
“L’informazione”, che –come dice Parnell- “è il carburante della democrazia” risulta scarsa e poco trasparente sulle attività di gestione. Non è un caso la constatazione della difficoltà con cui si riesce a trovare l’elenco dei membri del Consiglio di Amministrazione; A nostro avviso inoltre le assemblee soci non sembrano sufficienti a svolgere un ruolo di controllo, né a consentire che le informazioni arrivino in tempo utile per essere approfondite. Non scordiamoci che “in misura maggiore rispetto alle altre organizzazioni le cooperative hanno il dovere di promuovere l’apertura e la trasparenza dei temi più sensibili per i membri soci”. Il gruppo di lavoro sulla governance in Legacoop link consiglia al riguardo queste iniziative: “l’adozione di sistemi intranet dedicati ai soci, la formalizzazione di incontri pre-assembleari tra CdA e soci per l’approfondimento dei temi all’odg, gruppi di lavoro pre-assembleari, etc”.
Parnell parla poi di “Nepotismo e favoritismo” come minaccia alla corretta governance all’interno delle organizzazioni cooperative ed anche questo pare un rischio reale.
“Leader o gestori incompetenti”: altra minaccia alla governance delle organizzazioni cooperative attuali in cui le competenze sono sovente delegate alle società di consulenza mentre ai responsabili è richiesto il semplice buonsenso o anche qualcosa di meno. Spesso e volentieri alle società di consulenza esterne si tendono ad attribuire le responsabilità connesse a decisioni “scomode” che in tal modo possono essere attuate dai dirigenti senza vere e proprie assunzioni di responsabilità.
“Soggetti eccessivamente potenti che potrebbero abusare della loro posizione”. C’è la necessità di riequilibrare i soggetti trainanti della gestione e in questo, come vedremo, il sistema duale può effettivamente dare una mano.
“Leader che non mollano il loro potere.” E’ utile ricordare che esiste in Legacoop la proposta per limitare la durata e il numero dei mandati. In effetti in ogni organizzazione in cui il potere si basa sulla rappresentanza esiste una necessità di ricambio al vertice per numerosi motivi facili da immaginare. L’unico status che legittima permanenze lunghe al vertice è quello di “proprietario” e non ci sembra questo il caso delle cooperative. Se un presidente del consiglio rimanesse per lustri e lustri pensereste di essere in una monarchia costituzionale più che in una democrazia… Parnell consiglia di limitare i mandati a due di tre anni e in casi eccezionali dare la possibilità di un terzo mandato per un totale di 9 anni al massimo.
Il Codice Civile prevede tre sistemi di amministrazione e controllo (il sistema ordinario; il sistema dualistico; il sistema monistico), e consente alle cooperative di decidere liberamente su quale sia il modello più adatto alla propria gestione.
Il sistema duale propone la creazione di due organi, uno di controllo che rappresenta la proprietà (i soci) con rappresentanti eletti e uno di gestione con i manager non eletti e –al limite- con soggetti esterni alla cooperativa. Questo secondo organo risponde al primo che dà le direttive strategiche ma non interferisce nella gestione. Rispetto ai problemi attuali ci sembra che questa proposta tenti positivamente di ovviare ai problemi della scarsa professionalità dei leader e del loro ricambio. La proposta duale cerca inoltre di introdurre un organo che assolva più esplicitamente ad una funzione di equilibrio e controllo oltre che permettere una più chiara definizione delle responsabilità. Questa in effetti è l’opinione più diffusa e avallata anche dalla dirigenza UnicoopFirenze anche se ci sono altre voci fuori dal coro: secondo l’opinione di Luigi Marino presidente di Confcooperative link questo sistema di gestione non è adatto alle grandi coop.ve di consumo come la nostra perchè acuisce il problema principale ovvero una effettiva rappresentanza dei soci, allontanandoli ancora di più dalla gestione; già problematica di per sè. Secondo altri commentatori poi sarebbe solo un modo per avere più poltrone da spartire tra i vari gruppi di interesse.. Vedremo se il sistema duale sarà davvero un miglioramento come pare presentarsi sulla carta, l’importante è capire che la governance di Unicoop Firenze riguarda tutti i soci, e a nostro avviso sarebbe necessario che un argomento così cruciale venisse dibattuto in maniera più trasparente e con una più chiara ed esplicita volontà di informare tutti i soci; tale volontà a volte risulta di così difficile individuazione -al di là dei facili proclami- che la circostanza dà adito a molte riflessioni.
Di seguito alcuni link di fonti sull'argomento (senza la pretesa dell'esaustività), nel caso qualcuno voglia approfondire:

http://www.universocoop.it/default.asp
http://www.rassegna.it/2006/attualita/articoli/cooplapadula.htm
http://www.questotrentino.it/2005/13/Coop.html
http://www.cslegacoop.coop/allegati/Segnalazioni/Dove%20vanno%20le%20coop.pdf

Nel futuro parleremo dell’organizzazione di Unicoop Firenze, un punto debole sul quale secondo noi potrebbero essere scritti utili* e corposi volumi di pratiche e modelli organizzativi da evitare assolutamente nel caso si ricerchi l’efficienza dei processi e la valorizzazione delle risorse umane.


* da intendersi purtroppo come utili alle altre imprese per evitare gli stessi errori...

A presto

venerdì 14 settembre 2007

La gestione della nostra cooperativa


La notizia dell’ipotesi che verrà probabilmente modificato il modo di gestione della cooperativa ci dà lo spunto per una breve riflessione.
Ci aiuteranno le parole dello studioso Edgar Parnell, con il suo intervento del 25 Gennaio 2007 fatto a Bologna in Legacoop, sul tema del “Governo dell’impresa e Leadership nelle cooperative”.

Dopo l’affare Unipol, Legacoop non ha potuto non avviare una riflessione sul problema della “governance” ovvero sull’esercizio dell’autorità e del controllo in seno alle cooperative.
In soldoni possiamo dire che il problema, nelle cooperative di consumo come la nostra, risiede nel creare una organizzazione che dia la maggiore rappresentatività al milione di soci che –non dimentichiamolo- sono i proprietari. Si capisce bene che più la cooperativa aumenta il numero dei soci e più diventa vuota l’affermazione “il socio è proprietario” senza un sistema che garantisca trasparenza, informazione e rappresentanza.
In Unicoop Firenze nel 2005 ha votato il 5,3% (fonte “Informatore”) della base sociale quindi il valore di rappresentanza degli organi sociali è molto basso; pensate cosa accadrebbe ad un governo se fosse votato da un percentuale così esigua di italiani….
In definitiva si finisce per pensare che una cooperativa, che dovrebbe essere di tutti, rischia di essere nella mani di nessuno o, molto più probabilmente, di pochi.
Fino al caso Unipol non c’era alcun sentore che la "governance" fosse un aspetto potenzialmente pericoloso per la vita stessa delle Cooperative; in realtà il governo della cooperativa deve essere soggetto ad una revisione costante (“In termini organizzativi, i dinosauri prima o poi si estinguono” dice Parnell con una metafora illuminante) e può essere pericoloso applicarsi in un esercizio una tantum, come si cerca di fare adottando di colpo il “sistema duale”.
Nel prossimo intervento focalizzeremo i problemi della "governance" in Unicoop Firenze e cercheremo -in due parole- di spiegare cosa sia questo "sistema duale" e quali possibili risposte possa dare alla cooperativa.
A presto.

martedì 11 settembre 2007

Welfare, la Fiom boccia l'accordo


La Fiom (Federazione Impiegati Operai Mettallurgici) Cgil ha bocciato l'accordo sul Welfare. Il comitato centrale dei metalmeccanici (con 125 voti a favore, 31 contrari e tre astensioni) ha infatti accolto la proposta del segretario generale, Gianni Rinaldini, di dire no al Protocollo. La Fiom approva, del Protocollo, gli aumenti delle pensioni minime, il miglioramento delle rivalutazioni, la totalizzazione dei contributi, il riscatto della laurea e i primi interventi per gli ammortizzatori; ma boccia la soluzione per il superamento dello scalone Maroni e le norme su mercato del lavoro, contrattazione e competitività. La Fiom si impegna però ad applicare "rigorosamente le modalità definite dagli esecutivi Cgil, Cisl, Uil". Dunque, come avvenne 12 anni fa quando sul tavolo c'era la riforma previdenziale di Lamberto Dini, nelle assemblee nei posti di lavoro Cgil Cisl Uil presenteranno una sola posizione.


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lunedì 10 settembre 2007

Il "Grillo parlante" dichiara guerra ai motori di ricerca!


I poteri forti hanno perso la prima battaglia della guerra dichiarata dal "Grillo parlante". Hanno perso la prima battaglia perché hanno dovuto abbandonare i loro cattivi propositi: non parlare del V-Day. Ci sono riusciti fino a venerdi, poi qualcosa è iniziato a scricchiolare e sabato la loro Linea Maginot è crollata definitivamente.
Ma hanno perso anche la seconda battaglia. Grillo porterà in Parlamento la legge d'iniziativa popolare "Parlamento pulito" (1. no ai parlamentari condannati, 2. massiom due legislature per gli eletti, 3. elezione dei parlamentari attraverso preferenza diretta).
Merito della bella iniziativa del V-Day è a mio avviso da attribuirsi all'innovazione tecnologica e ciò che ha portato: Internet e la grande opportunità di manifestare il proprio pensiero senza censure. Giornali, televisioni, radio, sono tutti (almeno quelli che possono arrivare allo "zoccolo duro" della popolazione) in mano ai poteri forti. Internet ci permette di dire "come la pensiamo" con la massima libertà, ma le innumerevoli opinioni di ciascuno di noi si perdono nella Rete, con poche possibilità di arrivare alla vasta moltitudine di persone che dovrebbero sentirle in maniera diretta e continuativa. I motori di ricerca restano la nostra ancora di salvataggio, sono i soli mezzi che permettono di rintracciare con facilità una parola, un testo, un messaggio. E allora saranno proprio questi gli strumenti che i poteri forti cercheranno di "comprare" (acquistando o corrompendo), per nascondere negli abissi della Rete le idee di libertà che invano cercheranno di emergere a galla... cerchiamo allora di non affogare...
INFORMATI, PARTECIPA E RENDITI PIU' LIBERO!

Scarica IL DITO NELL'OCCHIO

E' uscito il numero due de IL DITO NELL'OCCHIO!

Scarica la tua copia gratuita cliccando sull'immagine seguente





Troverai i seguenti articoli postati dai blog:

Previcooper: non ci sono stati subprime nei portafogli Previcooper

Mutui americani

Private label per arginare il rincaro dei prezzi

La Domenica è di festa... per TUTTI!

venerdì 7 settembre 2007

Cari sindaci, quanta illegalità «doc» tollerate


Articolo de Il Manifesto del 5 Settembre 2007
Pag. 4, Politica & Società

LETTERA APERTA
DON VINICIO ALBANESI
Ai sindaci di Roma, Torino, Bologna, Firenze. Gentilissimi Signori, uomini di sinistra, improvvisamente vi siete svegliati attivandovi perché le vostre città (città grandi) godessero di sicurezza. Vi siete accorti dei lavavetri, della micro e macro criminalità, dell'immigrazione clandestina, delle vendite abusive, della prostituzione e avete deciso di dire basta, invocando il rispetto delle regole. Gli abitanti delle vostre città hanno detto: finalmente, era ora. Non avendo altri strumenti avete invocato la legge penale, pensando di fare cosa giusta.Il lato debole delle vostre recenti iniziative è il doppio passo che usate costantemente nei confronti dei cittadini che amministrate. Voi non invocate sempre legalità, ma sopportate molte illegalità sul vostro territorio, quando esse sono a beneficio degli abitanti «doc»: abusivismo nell"edilizia, nel commercio, nella pubblicità, nell'uso dei beni pubblici, nell'accoglienza etc. Non controllate, come dite, il vostro territorio, ma sopportate (e alimentate) una diffusa legale illegalità. Siete molto prudenti o assenti nei confronti dei ceti che contano: diventate severi se i livelli di illegalità «disturbano» l'equilibrio dell'illegalità nostrana. Le vostre città vivono e prosperano con l'apporto degli stranieri, italiani e non. Siete stati assenti nel garantire il rispetto delle regole per gli studenti fuori sede, per gli immigrati lavoratori, per i turisti, per le prostitute di infimo bordo. Come sempre accade non avete iniziato dalla testa, ma dalla coda. Era più semplice sforbiciare gli estremi. Con le vostre iniziative vi ponete nell'antica tradizione della tutela dei benestanti: avrete consensi e il pensiero unico vi accompagnerà per le prossime amministrazioni. Abbiate almeno il buon senso di non invocare giustizia, ma il diritto dei più a non essere disturbati. Così il prezzo della bottiglietta di acqua delle vostre città continuerà a salire nel prezzo; come il posto letto per lo studente fuori sede. Il costo dei parcheggi andrà alle stelle e le multe ingrasseranno le casse municipali. Gli immigrati lavoratori continueranno a vivere nelle stamberghe abbandonate e le prostitute povere avranno, finalmente, strade tutte loro. E se sono minorenni, pazienza. Non occorreva essere geni per capire che i grandi movimenti di popolazioni avrebbero trascinato anche irregolari e delinquenti: avete invocato il libero mercato, lamentandovi poi delle sue distorsioni. Non si tratta di ingenuità, ma di furbizia. Non è esattamente la politica sociale che sognavamo: ma ogni sogno invoca speranza e a questa continuiamo ad appellarci.

LAVORO: Ordine e disordine




CAOS IN UFFICIO....

Oggi il match tra disordinati e ordinati lo vincono loro: i caotici. Almeno sul lavoro. Gli psicologi affermano: «il caos sulla scrivania? Non solo riduce le perdite di tempo, ma è rilassante e produttivo». Basta non arrivare all’effetto discarica. Quelli che fino ad ora sono stati giudicati, derisi, rimproverati, costretti a lasciare la scrivania immacolata prima di uscire dall’ufficio, ora si prendano la rivincita. Caos è sintomo di genialità, flessibilità, versatilità. Lo dice la scienza. «Studi dimostrano che ogni persona - teorizzano i medici tedeschi e americani, artefici di ricerche pubblicate sull’Handelsblatt - ha il suo livello di disordine e quando lo raggiunge, al lavoro dà il meglio di sé». La polemica è aperta. Vecchia e nuova scuola di pensiero si scontrano. Negli Usa per insegnare ai dipendenti a tenere puliti i loro tavoli sono nate società specializzate. Più di 4mila consulenti organizzati in una lobby di «predicatori dell’ordine», la National Association of Professional Organizers, e un unico slogan: solo con una scrivania vuota si può pensare e produrre con efficienza. Tutte sciocchezze, sostengono i ricercatori. Il disordine genera più associazioni di idee. Secondo Stephan Gruenewald, psicologo e consulente, ciascuno si costruisce un proprio ordine e sa qual è il «mucchio» di carte più importante: i documenti sono sempre a portata di mano, vicino ai tasti del pc. Le carte inutili, invece, migrano da sole verso le «zone fredde», come guidate da una «mano invisibile». Imporre un altro tipo di ordine, rende i dipendenti inefficienti ed è fonte di stress. Tanto che la ricerca cita il caso di sei persone di Francoforte che dopo essersi rivolti a un consulente non riuscivano più a trovare niente. Ma i caotici non sono tutti della stessa pasta. Si distingue tra: gli «impilatori», con le torri di appunti sempre più alte, i «trimestrali» che mettono a posto solo tra un progetto e l’altro, i «trincerati» regolarmente seduti dietro un impressionante muro di carte e gli «archivisti» la cui stanza è cosparsa di colossali pile di fogli. Loro battono ogni record: in pochi minuti ti rintracciano documenti vecchi anche di anni.

Fonte : Il Giornale.it 03.09.07

giovedì 6 settembre 2007

L'auto si compra al supermercato


Esperimento di Auchan: auto a prezzi scontati


La partenza è volutamente in sordina. Da oggi a Mestre, e dal 12 settembre a Venaria (Torino), negli ipermercati Auchan è possibile comperare un'automobile. L'offerta riguarda cento Kia Picanto per ciascun centro commerciale ed è limitata ad una decina di giorni. Il prezzo, ovviamente, è più che stracciato: 7.950 euro per un modello che, stando ai listini ufficiali, dovrebbe essere venduto a 10.200. La direzione di Auchan Italia precisa che non si tratta di un'iniziativa a livello nazionale, è una sperimentazione decisa dai responsabili di Mestre e Venaria e che comunque ha ottenuto il via libera dalla sede centrale. Facile intuire che, se l'esperimento sarà positivo, Auchan si prepara ad uno sbarco in stile massiccio nel settore della vendita di automobili. E già il responsabile dell'ipermercato di Mestre ha fatto sapere che non esclude nulla per il futuro : se le vendite della Kia Picanto andranno a buon fine c'è già una sorta di programmazione per poter offrire, sempre a prezzi più che competitivi, un nuovo modello di automobili almeno ogni due mesi. Vetture di tutte le marche, Fiat compresa, e questa operazione, che rischia di intaccare i rapporti con distributori e rivenditori, potrebbe essere non proprio gradita alla casa torinese, che pure ha consolidati rapporti con Auchan cui ha ceduto, attraverso Ifil, food e tessile dell'ex Rinascente. … Chi deciderà di comprare l'automobile al supermercato potrà tranquillamente pagarla alla cassa, in contanti o se vuole anche con "comodo" finanziamento: per la Kia Picanto Auchan Mestre propone un anticipo di 375 euro e 150 euro per 60 mesi. La vettura, una utilitaria superaccessoriata visto che ha di serie abs, ebd, climatizzatore, radio cd e vernice metallizzata, è naturalmente nuova di fabbrica ed il contratto è diretto tra Auchan ed il compratore, senza quindi mediazione di un concessionario; il gruppo francese resta un rivenditore senza possibilità quindi di offrire i servizi post vendita. A questi pensa direttamente la casa produttrice che garantisce per tre anni la vettura, con possibilità per l'acquirente di appoggiarsi in tutte le officine autorizzate. Non si corre neppure il rischio di lunghi tempi d'attesa : la consegna è garantita entro 15 giorni dall'acquisto. Non si potranno ovviamente fare giri di prova.

Fonte: Il sole 24 ore.com - Economia e Lavoro 05.09.07

mercoledì 5 settembre 2007

Che ne facciamo del tesoretto?


Il 29 Agosto Il Giornale ha pubblicato l'articolo Alle Coop rosse un tesoretto da 53 milioni, riferendosi al massiccio rimborso fiscale che l'Agenzia delle entrate dovrà riconoscere ad Unicoop Firenze per somme pagate ma non dovute per Irpeg e Ilor negli anni '93, '94 e '95. La cifra non è per niente di poco conto (Il Giornale parla di cifre da legge finanziaria) ed è senz'altro una boccata d'ossigeno per la Cooperativa, specialmente in un momento in cui si stanno generando un sacco di allarmismi (fondati o infondati) sul fronte prezzi...

Ma una curiosità accomuna i Dipendenti di Unicoop Firenze. In quale maniera sarà utilizzato il "tesoretto"?. La domanda non è per niente banale, e soprattutto non dobbiamo scordarci che quei soldi erroneamente indirizzati al fisco sono andati ad erodere l'utile realizzato in quegli anni, ottenuto soprattutto grazie ai Lavoratori di Unicoop Firenze. Ricordiaom per inciso che il salario variabile dei dipendenti è calcolato in maniera importanto proprio sull'utile realizzato dalla Cooperativa...
Chi sa se ancora una volta le domande dei Dipendenti di Unicoop Firenze resteranno senza risposta oppure qualcuno si degnerà di dare qualche informazione al riguardo.
Riportiamo di seguito una parte dell'artico menzionato e alcuni link a siti che hanno pubblicato la notizia.



Così Unicoop Firenze incassa il suo bel «tesoretto». L’Agenzia delle entrate, attraverso la Tesoreria provinciale del capoluogo toscano, pagherà oltre 50 milioni di euro al colosso delle cooperative di consumo (nonché azionista di Unipol), una delle nove «grandi sorelle» che hanno fatto delle coop il primo gruppo italiano della distribuzione.Rimborsi fiscali degli anni Novanta, questa la causale dell’ordinativo in via di perfezionamento presso una grande banca toscana. Una cifra da legge Finanziaria: 36 milioni di Irpeg e Ilor del ’93, ’94 e ’95; e 17 milioni e mezzo di interessi per il triennio. La somma è presto fatta: più di 53 milioni, qualcosa come 100 miliardi di lire, ai quali - lo confermano a Firenze - si dovrà aggiungere anche il corrispettivo del 1996.Il mega-rimborso - deciso con sentenza esecutiva che ha dato torto all’Agenzia alla fine di un lungo contenzioso - riguarda le imposte versate in quei tre anni dalla Coop su un sostanzioso pacchetto di titoli di Stato. Secondo la ricostruzione della stessa Unicoop Firenze, si tratta di somme pagate ma non dovute, per effetto dello speciale trattamento fiscale di cui godono le cooperative. Un trattamento di favore che trova la sua manifestazione più eclatante proprio nel regime Irpeg: le coop non pagano l’imposta sul reddito delle persone giuridiche che grava su tutte le società. Non la pagano perché la loro stessa natura formalmente rende «indivisibile» la totalità dell’utile (tranne un piccolo 3% che viene destinato a fini mutualistici).Fino al 1996 Unicoop ha però pagato una ritenuta d’acconto sull’Irpeg non dovuta, salvo poi chiedere al fisco il rimborso. Dal 1996, per effetto di un decreto che aveva sanato questa anomalia, la ritenuta Irpeg non è stata più pagata, mentre per gli anni in questione è arrivata ora la sentenza definitiva del giudice tributario, che restituisce alla coop il non-dovuto, e con l’aggiunta di una bella fetta d’interessi. La sentenza che riguarda il gigante toscano della distribuzione potrebbe essere quindi la punta di un icerberg di un «assalto» al ministero dell’Economia, riferito agli anni Novanta.

Fonte: Il Giornale

Articoli correlati:
http://www.legnostorto.com/index.php?option=com_joomlaboard&id=341168&catid=3&func=sb_pdf

http://hurricane_53.go.ilcannocchiale.it/post/1596840.html

http://www.opinione.it/pages.php?dir=naz&act=art&edi=186&id_art=5622

Previcooper: Non ci sono stati subprime* nei portafogli di Previcooper



Con riferimento alla recente crisi legata al mercato dei mutui a basso merito creditizio ( c.d. subprime mortgages) si rende noto che in tutti i comparti del Fondo Pensione PREVICOOPER non sono mai transitati, da dicembre 2006 ad oggi, titoli legati contrattualmente (in via diretta o indiretta) a tali mutui (es. MBS, ABS, CDS, CDO,ect.).

Fonte: SITO Previcooper 30/08/2007


* Subprime

Subprime, o "B-Paper", "near-prime" o "second chance" sono quei prestiti che vengono concessi ad un soggetto che non può accedere ai tassi di interesse di mercato, in quanto ha avuto problemi pregressi nella sua storia di creditore. I prestiti subprime sono rischiosi sia per i creditori che per i debitori, vista la pericolosa combinazione di alti tassi di interesse, cattiva storia creditizia e situazioni finanziarie poco chiare, associate a coloro che hanno accesso a questo tipo di credito.

La tipologia subprime comprende un'ampia varietà di strumenti di credito, quali i mutui subprime, i prestiti d'auto subprime, le carte di credito subprime.

Un'attività subprime si qualifica prevalentemente per lo stato della parte debitrice. Un mutuo subprime è, per definizione, un mutuo concesso ad un soggetto che non poteva avere accesso ad un tasso più favorevole nel mercato del credito. I debitori subprime hanno tipicamente un basso punteggio di credito e storie creditizie fatte di inadempienze, pignoramenti fallimenti e ritardi. Poiché i debitori subprime vengono considerati ad alto rischio di insolvenza, i prestiti subprime hanno tipicamente condizioni meno favorevoli delle altre tipologie di credito. Queste condizioni includono tassi di interesse, parcelle e premi più elevati.

Coloro che proponevano i mutui subprime negli Stati Uniti, hanno sottolineato il ruolo che questa tipologia creditizia ha nell'estendere l'accesso al mercato del credito a consumatori che non l'avrebbero altrimenti. Eppure gli oppositori hanno criticato l'industria del credito subprime per aver messo in atto pratiche predatorie, come l'aver accettato clienti che non avevano chiaramente le risorse per soddisfare i termini dei contratti. Queste critiche sono aumentate esponenzialmente a partire dal 2006 in risposta alla crescente crisi dell'industria statunitense dei mutui ipotecari subprime: centinaia di migliaia di debitori sono stati costretti all'insolvenza e per molte compagnie prestatrici è stata presentata istanza di bancarotta.

Estratto da: Wikipedia, l'enciclopedia libera.

lunedì 3 settembre 2007

Coop blocca i prezzi del prodotto a marchio

Iniziano le prime prese di posizione da parte degli attori della Gdo per cercare di contrastare i tanto preannunciati aumenti di prezzo dei generi alimentari.
La prima organizzazione a prendere posizione in merito è Coop Italia, che ha deciso di bloccare i prezzi del prodotto a marchio Coop. Il blocco prezzi è iniziato il 1^ settembre e durerà fino alla fine dell’anno, ma non riguarderà tutti i prodotti Coop. Come riporta il sito di Greenreport (http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=9227)
, il blocco riguarda "i prodotti a marchio confezionati ed esclude i freschissimi e le ricorrenze". Per identificare in maniera più precisa tali tipologie di prodotti, rimandiamo al sito di Repubblica (http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/Da-domani-la-Coop-congela-i-prezzi/1744557)%20sitoche parla di pasta, caffè, biscotti, cereali, olio, inscatolati, zucchero, sale, farina, latte, carne, pesce, pomodori, come categorie merceologiche coinvolte. "A questo punto la scelta dipenderà esclusivamente dal consumatore" dice Claudio Vanni, responsabile delle relazioni esterne, di Unicoop Firenze. "Noi gli offriamo una gamma di prodotti alimentari completi, in cui trovare assolutamente tutto il necessario per fare l´intera spesa, a prezzi congelati. Se poi qualcuno preferirà comprare altri marchi è libero, ma almeno avrà un´alternativa. Perché gli aumenti voluti dai produttori, che invocano il prezzo del grano e di altre materie prime alle stelle, non sono piccoli. Il 25% è una bella stangata. L´abbiamo evitata finora ma anche noi alla fine ci dovremo piegare. Non lasceremo però nessuno a piedi e speriamo che la nostra iniziativa serva a far sì che qualcuno tra gli altri indietreggi e riveda i propositi di aumento".
"Coop contrasta aumenti che siano ingiustificati e speculativi anche se le incertezze dei mercati mondiali creano tensioni", prosegue Greanreport." Coop è la prima azienda della grande distribuzione a muoversi sul fronte dei prezzi. Il blocco dei prezzi del Prodotto Coop è una misura forte perché fa riferimento all´area della distitività e della missione Coop di difesa del potere d´acquisto di soci e consumatori, è consistente (si riferisce a circa il 20% del giro d´affari negli alimentari nel circuito Coop) e, nelle categorie interessate dai maggiori aumenti, il Prodotto Coop è leader di mercato. Il blocco dei prezzi è comunicato a livello nazionale anche utilizzando la grande stampa e gli spot tv".
Ok la comunicazione a livello nazionale utilizzando la grande stampa e gli spot tv, peccato però che sul sito istituzionale di Coop Italia
www.e-coop.it non siano identificati in maniera chiara e immediata nome e cognome dei prodotti a prezzo bloccato!

domenica 2 settembre 2007

V-day, 8 settembre, a Firenze in Piazza della Repubblica


È clamoroso il modo in cui quelli che dovrebbero essere i mezzi d'informazione snobbino il v-day! Ci sono già decine di migliaia di persone in italia che hanno manifestato la propria intenzione di partecipare. Tanti altri che non usando internet non si sono iscritti e parteciperanno lo stesso... E dai mass-media non arriva nessuna notizia, solo silenzio. Scandaloso!
In un nostro post del 2 luglio avevamo già anticipato la notizia dell'evento: adesso vorremmo invitare nuovamente le persone che hanno voglia di cambiare il sistema politico italiano a partecipare. Per maggiori informazioni visita il blog di grillo all'indirizzo www.beppegrillo.it! Ci vediamo sabato 8 in piazza della repubblica a firenze, ciao.

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